Discutere
Cleaning Day: lontano dagli occhi, lontano dal cuore?
Il 22 maggio, a Milano, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del prossimo Cleaning Day italiano: diverse associazioni, rappresentative di vari Comuni e località italiane, si sono date appuntamento per domenica 26 maggio per ripulire, in contemporanea, le strade, i muri e gli arredi delle rispettive città da tag, scritte, disegni dei writers.
Questa è solo una delle molteplici iniziative che si stanno attivando nel nostro paese, allo scopo di combattere ciò che è ritenuto fonte di "degrado" del decoro cittadino, ovvero gli interventi di writers più o meno noti. Capofila di queste iniziative è l'Associazione Nazionale Antigraffiti di Milano, un’organizzazione apolitica e aconfessionale senza fini di lucro, nata il 6 marzo 2006, allo scopo di analizzare il problema dei graffiti presenti su palazzi, monumenti e spazi del vivere comune che caratterizzano, positivamente e negativamente, l’arredo urbano. Al centro di questa analisi, una linea di confronto con i cittadini basata sul dialogo e l’avvio di iniziative per il decoro e la tutela delle città. L’Associazione, attraverso lo studio attento e la comparazione di diverse esperienze internazionali a riguardo, suggerisce proposte e soluzioni per contrastare gli effetti negativi di questo fenomeno di degrado. Come si legge nello statuto dell'associaizone, "...Cosciente della differenza che intercorre tra “graffito-opera d’arte” e “graffito-atto vandalico” sostiene una politica di preservazione dei beni immobili come ricchezza del patrimonio artistico e culturale italiano."
Partendo dalle esperienze significative delle grandi metropoli americane, come Los Angeles e New York e per rimanere in Italia, della piccola città di Como, l’Associazione propone l’istituzione di un Nucleo Antigraffiti della Polizia Urbana con compiti d’ indagine e di vigilanza preventiva. A legittimare l’operato di tali azioni di Polizia Locale, secondo l’Associazione Nazionale Antigraffiti è opportuno, da parte del Parlamento Italiano, l’adozione di una serie di provvedimenti legislativi adeguata al problema dei graffiti (individuazione di sanzioni più adeguate, definizione più chiara delle diverse responsabilità).
Ache diversi Comuni si stanno muovendo, insieme ad associazioni di residenti, con altre iniziative per la prevenzione e la repressione dei writers. Per esempio, dopo l’ennesimo "atto vandalico" in Via Spalvieri, che ha visto i muri appena puliti di nuovo imbrattati, l’Associazione Ascoli Da Vivere, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Ascoli Piceno, dopo aver ripristinato nuovamente il decoro su quei muri, ha indetto un bando pubblico denominato “Ascoli Street Art- l’Arte di strada contro il degrado.”. L’intento è quello di dare la possibilità a dei "veri artisti" di esprimere la loro arte realizzando de murales in Via Spalvieri.
Invece, una recente ondata antiwriters è stata promossa dalle istituzioni milanesi, con l'arresto e la denuncia per associaizone a delinquere di 2 gruppi di writers molto attivi in città. La vicenda, che ha suscitato molto scalpore e animato un ampio dibattito, ha dato avvio ad una serie di provvedimenti simili in altre città del nord Italia. Dopo la retata che ha portato al fermo di numerosi writers a Pavia, segnaliamo il caso di Padova, dove il Comune ha deciso di dare avvio ad una vera e propria politica di repressione del writing. Il 7 maggio scorso, il giornale Padova Oggi segnala: "Pugno di ferro dell'assessore alla Cultura del comune di Padova, Andrea Colasio, contro gli imbrattamenti degli spazi cittadini da parte di vandali armati di bomboletta spray. Nel mirino non le opere di writers riconosciuti e affermati come quelle del padovano Kenny Random (al quale l'anno prossimo, all'ex Macello, sarà dedicata una mostra), bensì quelle scritte e sgorbi che nulla hanno a che fare con l'arte. L'assessore vuole inaugurare anche nella città del Santo, come recentemente fatto a Milano, la linea dura. L'idea lanciata da Colasio è di realizzare una banca dati che cataloghi tutte le foto dei graffiti abusivi presenti in città, di modo che, se un vandalo viene sorpreso in flagranza, che anche tutte le eventuali sue "opere" precedenti possano così essergli attribuite e di conseguenza essere multato per il danno patrimoniale causato. Alle sole casse comunali, ogni anno la pulizia degli spazi pubblici imbrattati costa 200mila euro, ai quali vanno sommati quelli spesi anche dai privati".
Non volendo professare alcuna presa di posizione sulla questione, ma rimandando la riflessione, impostata su scenari più complessi e articolati, all'appuntamento del 31 maggio prossimo, vi invitiamo però a consultare due pagine web forse antitetiche, ma estremamente complete ed interessanti per costruirsi un quadro conoscitivo della questione:
- la pagina "war bulletin" del sito grandjeu.eu
- la pagina "iniziative" del sito dell'Associazione Antigraffiti
Fateci avere la vostra opinione.
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