Discutere
Co-housing
Il termine cohousing è utilizzato per definire degli insediamenti abitativi composti da abitazioni private corredate da ampi spazi (coperti e scoperti) destinati all'uso comune e alla condivisione tra i cohousers. Tra i servizi di uso comune vi possono essere ampie cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti, laboratori per il fai da te, spazi gioco per i bambini, palestra, piscina, internet-cafè, biblioteca e altro.
Il cohousing si sta affermando come strategia di sostenibilità: se da un lato, infatti, la progettazione partecipata e la condivisione di spazi, attrezzature e risorse agevola la socializzazione e la mutualità tra gli individui, dall'altro questa pratica, unitamente ad altri "approcci" quali ad esempio la costituzione di gruppi d'acquisto solidale, il car-sharing o la localizzazione di diversi servizi, favoriscono il risparmio energetico e diminuiscono l'impatto ambientale della comunità.
Il concetto della COMUNITÀ COHOUSING unisce insieme i vantaggi tradizionali dell’essere padrone della propria casa con quelli di avere in co-proprietà certi altri servizi e dell’avere rapporti stretti con i vicini di casa.
Questi quartieri o borghi cooperativi sono una delle soluzioni più interessanti per le sfide sociali e ambientali di oggi. Il concetto è nato negli anni settanta in Danimarca con le prime COHOUSES o bofœllesskaber: oggi si trovano oltre
600 comunità di COHOUSES in Danimarca, 100 negli Stati Uniti e dozzine nel resto dell’Europa, Regno Unito, Olanda, Svezia e Germania inclusi. In Danimarca si avvia perfino la costruzione di interi quartieri della città seguendo il modello COHOUSING – un vero revival del borgo tradizionale.
Il COHOUSING è un stile di abitazione collaborativo che cerca di superare l’emarginazione contemporanea dell’individuo nel quartiere, in cui nessun conosce bene il suo vicino e dove non si trova nessun senso di comunità. Nella società di oggi, molti si trovano lontani dalle proprie famiglie e dagli amici storici, con una conseguente crisi:
per la mancanza di assistenza affettiva ai figli;
per l’ isolamento sociale;
e per una grossa mancanza di tempo.
Prima si dava per scontato il sostegno economico e sociale dai parenti, il senso di identità e di appartenenza ad una comunità, ma oggi si deve consapevolmente costruire tutto ciò. Le COMUNITÀ COHOUSING sono una risposta contemporanea a ciò: offrono le case private con le loro cucine, soggiorni, camere di letto ecc, ma in più hanno dei servizi in comune, che sono progettati in modo da facilitare lo sviluppo del rapporto di amicizia e di comunità. C'e sempre il 'common house' – la casa comune – che comprende una ampia camera da pranzo, cucina, soggiorno, camere da riunione, biblioteca, salotto per la TV, laboratori e spazi per i ragazzi. Inoltre c'e spesso un orto comune, campi, lavatrici in comune e magari anche la co-proprietà di alcune macchine.
Le caratteristiche della COMUNITÀ COHOUSING sono:
Un equilibrio tra il privato e il sociale
Un ambiente sicuro e accogliente per i bambini.
Uno stile di vita pratica e spontanea.
Una comunità inter-generazionale.
Un disegno e una costruzione ambientale che dà priorità al pedone e all'uso dello spazio aperto.
Di solito le COMUNITÀ COHOUSING sono progettate e amministrate dai residenti stessi, persone che si impegnano a vivere in comunità con i vicini, sfruttando il disegno stesso del COHOUSING che facilita il contatto sociale.
Una tipica COMUNITÀ COHOUSING ha tra 20 e 30 case private lungo una via o attorno ad un grande cortile. I residenti spesso hanno la possibilità di partecipare alle cene sociali varie volte alla settimana, nella casa comune, ma senza nessun obbligo.
Il vero vantaggio però sono i rapporti informali che si sviluppano in queste comunità, dove i bambini possono correre da una casa all’altra senza la sorveglianza del proprio genitore, in quanto ogni adulto ha a cuore la salvaguardia e il benessere di ogni bambino, non solo di quello proprio; dove c'e meno la suddivisione tra i bambini piccoli e i ragazzi più grandi; e dove gli anziani non si sentono dipendenti, in quantoc'e sempre qualcuno disposto ad aiutarli.
Anche a Modena la sensibilità verso il cohousing si sta progressivamente affermando. Sempre più persone, mediamente giovani, con un elevato livello di istruzione ed esperienze nel settore del volontariato o della cooperazione, si rivolgono alla pubblica amministrazione per proporre progetti di cohousing, autocostruzione o anche solo per chiedere informazioni sulle possibilità presenti in città per forme di abitazione alternative all'offerta residenziale standard della città.
Fino ad ora non pare che si sia riusciti ad avviare esperienze concrete di cohousing a Modena. L'aspetto che interessa maggiormente a noi è, d'altro canto, l'inadeguatezza, che questa richiesta di cohousing denuncia, delle forme residenziali e abitative proposte a rispondere ai fermenti più innovativi che si stanno muovendo in città, e che, sebbene in forme non tradizionali, tendono però a recuperare valori e atteggiamenti tipici della nostra terra: condivisione, socialità, intraprendenza.
Modena, che ha saputo in passato sperimentare politiche anche coraggiose per rispondere alle esigenze abitative dei propri residenti, può oggi farsi capofila di una ricerca seria e mirata per la progettazione di modelli abitativi nuovi, adatti ad una popolazione attiva e propositiva, che ha voglia di investire in questa città, ma che le chiede in cambio il coraggio di rinnovarsi e internazionalizzarsi non solo nell'economia, ma anche nella cultura dell'abitare?