Proporre / Quattro chiacchiere con...
Racconti di pietra
Metti un racconto sulla città di Modena ascoltato passeggiando tra le vie e le piazze del centro storico per seguire le tracce visibili ma poco note del suo passato.
Metti un nutrito gruppo di ragazzi interessati a conoscere e valorizzare la propria città.
Questo è Racconti di Pietra: un progetto ideato da Milena Bertacchini del Museo Universitario Gemma 1786 dell’Ateneo modenese per coinvolgere i giovani e la cittadinanza in percorsi di turismo urbano e ridare voce ad alcuni dei luoghi dell’identità culturale locale. Lei stessa ce lo racconta in questa intervista.
“Racconti di Pietra”: ci racconta un po’ come è nata questa esperienza, l’idea progettuale che sottende?
“Una città non è soltanto le sue pietre o la sua storia. Una città è la comunità che la abita, la possiede e ne ha cura, che ne custodisce la memoria e il significato.” Queste parole, tratte da un articolo di Daniele del Giudice, ben sintetizzano il percorso di riflessione sul quale da alcuni anni sta lavorando il Museo Universitario Gemma 1786 del Dipartimento di Scienze della Terra di Modena con lo scopo di esplorare nuove modalità educative per l’Università e le scuole di ogni ordine e grado rivolte a far conoscere e valorizzare il territorio nella sua molteplicità di contenuti ambientali, culturali e sociali.
Sull’insieme di queste riflessioni si fonda il progetto di formazione e ricerca-azione Racconti di Pietra, che è stato attivato nel 2010 in partenariato con diversi soggetti istituzionali: musei (Museo Universitario Gemma 1786, Museo Civico d’Arte di Modena), scuole secondarie superiori ed enti locali (Provincia e Comune di Modena), con lo scopo di educare gli studenti, sia scolastici che universitari, al patrimonio ed alla partecipazione culturale, identificando il Museo come luogo privilegiato di incontri in stretto rapporto con la memoria storica locale e con la vita reale di tutti i giorni.
Il progetto si sviluppa in percorsi di conoscenza collettiva dove sono gli studenti a guidare il pubblico attraverso alcune tappe del patrimonio storico-artistico e scientifico cittadino seguendo il metodo del racconto.
Bel progetto. Ma concretamente questa idea come si realizza?
Dal punto di vista operativo Racconti di Pietra si articola attraverso un processo condiviso di formazione, condotto da esperti e organizzato in moduli; ed in un processo di ricerca-azione e sperimentazione con il pubblico che porta gli studenti, con lavori di gruppo, ad organizzare le competenze per un uso appropriato delle conoscenze acquisite.
Un momento finale di valutazione per mezzo di questionari consente di monitorare il gradimento del pubblico e di raccogliere eventuali criticità sul percorso formativo.
Quale è stata la risposta da parte dei ragazzi?
Le statistiche nazionali affermano che i giovani sono poco interessati alle discipline scientifiche, ma il successo raccolto dall’iniziativa nel corso delle sue due edizioni ha evidenziato che con opportune proposte è possibile coinvolgere i ragazzi risvegliando in loro questo interesse.
Gli studenti che decidono di partecipare al progetto Racconti di Pietra, vi aderiscono in modo volontario solo supportati da alcuni loro insegnanti.
Nella prima edizione del progetto, realizzata nel 2010 in via “sperimentale”, hanno preso parte all’iniziativa una ventina circa di studenti del Liceo Scientifico Wiligelmo di Modena accompagnati dalle insegnanti di scienze: Carlotta Cassai, Elena Fregni e Bruna Muzzioli; insieme a una decina circa di studenti del 1 anno del Corso di Laurea di Scienze Geologiche.
Nel 2011, a una decina di ragazzi del Liceo Wiligelmo si sono uniti: una trentina di ragazzi del Liceo Classico Muratori di Modena guidati dalle insegnanti Cristina Codeluppi di storia dell’arte e Marina Visentin di scienze; e una decina di studenti dei Corsi di Laurea di Scienze Geologiche e di Beni Ambientali, Culturali e Naturali.
La preparazione dei ragazzi è affidata ad una equipe di esperti delle diverse discipline scientifico-ambientali e storico-artistiche su cui il progetto si basa, con incontri formativi e momenti di discussione che si svolgono al di fuori dall’orario scolastico.
Il gruppo di esperti è stato sino ad ora composto da docenti del Dipartimento di Scienze della Terra e da funzionari in servizio o in pensione del Museo Civico d’Arte di Modena e del Comune di Modena.
La città, intesa come urbs, è come un libro a cielo aperto che racconta l’identità della civitas che la caratterizza. Di Modena, però, si tende a ricordare soprattutto il Duomo, piazza Grande e poco altro. Il vostro progetto come si è indirizzato?
Le passeggiate proposte nel centro storico modenese intendono andare alla riscoperta di alcuni luoghi dell’identità locale che tendono a sfuggire allo sguardo dei modenesi, nei quali arte, storia e scienza sono in silenzioso dialogo tra loro.
Ciascun percorso urbano si compone di una serie di stop di approfondimento, in ogni edizione volutamente diversi, selezionati sulla base di:
- aspetti storico-artistici legati in modo significativo alla vita della città;
- aspetti geologici e scientifici;
- perfetto inserimento nel paesaggio urbano cittadino a scapito dell’attenzione che ad essi viene comunemente rivolta.
Nel corso della prima edizione di Racconti di Pietra i visitatori sono stati guidati alla scoperta di alcuni elementi noti ma quasi “dimenticati” del patrimonio culturale della città, tra le bellezze di Piazza Grande e i segreti delle collezioni scientifiche del Museo Universitario.
Circa duecento sono stati i visitatori che hanno partecipato all’iniziativa che nel 2010 è stata articolata in tre appuntamenti suddivisi in due diversi weekend. Nei questionari di gradimento compilati i partecipanti hanno fornito indicazioni che non sempre hanno gratificato l’impegno e l’entusiasmo dei ragazzi. Infatti, insieme a commenti positivi come “I ragazzi sono stati molto bravi e disponibili” “Fatelo più spesso, è piacevole, è interessante”, sono stati riportati suggerimenti
- per migliorare o arricchire l’esposizione dei ragazzi (“Usare un lessico migliore nell'esposizione”, “Non dare per scontato che i visitatori siano di Modena”);
- per spingere gli organizzatori a promuovere e a continuare il progetto (“Pubblicizzare maggiormente l'iniziativa”, “Farne più spesso anche con pagamento di piccolo contributo”, “Organizzare con maggior frequenza per le scuole”, “Fatene altre “);
- per ampliare la durata del percorso (“Approfondire più siti”, “Ampliare il percorso comprendendo altri palazzi e duomo”, “Visite più lunghe perché sono interessanti”).
L’edizione 2011 di Racconti di Pietra ha voluto contribuire alle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia intrecciando la narrazione di elementi e aneddoti della storia locale, utili a celebrare questo anniversario, con la “geo”-storia modenese che assume “la pietra” come filo conduttore della narrazione.
Il volto della città di Modena ha subito diverse trasformazioni a partire dai primi anni successivi all’Unità d’Italia in seguito a demolizioni, ricostruzioni ed abbellimenti che hanno scandito la vita cittadina di quel periodo.
La seconda edizione si è sviluppata durante due appuntamenti distribuiti in due distinti weekend.
Oltre 250 sono stati i partecipanti di età compresa tra i 12 e i 65 anni di età, provenienti in maggioranza da Modena e Provincia, ma per un 5% circa da località extra-regionali ed estere.
Numerosi sono stati gli apprezzamenti che i visitatori hanno espresso con i questionari di gradimento (aggiornati e migliorati rispetto alla prima esperienza): giudizi molto positivi all'iniziativa, valutazione delle guide da positiva a molto positiva, desiderio di veder ripetere con maggior frequenza questo tipo di attività nell'arco dell'anno. A supporto del percorso di visita del 2011 è stata redatta una guida cartacea molto richiesta e apprezzata dai visitatori.
Qual è, secondo lei, il “valore aggiunto” di questo progetto?
Dal punto di vista educativo, il progetto Racconti di Pietra utilizza l’educazione al patrimonio culturale e scientifico come strumento di didattica partecipata utile per acquisire quelle competenze che sono alla base dell’apprendimento permanente. Unitamente a competenze di carattere sociale e civico, il progetto aiuta a sviluppare consapevolezza delle conoscenze acquisite stimolando i ragazzi a gestirle e trasmetterle al pubblico in modo creativo e responsabile.
La formula della narrazione diventa uno strumento di comunicazione scientifica e culturale molto efficace in grado di alimentare la curiosità, la voglia di mettersi in gioco e di riscoprire le proprie radici, rafforzando così una conoscenza del patrimonio come coscienza e senso di identità.